Europan 4 – Alloggi e servizi a Basilea

1995

Basilea è luogo di confine per eccellenza. Conglomerato urbano dove “le vastes formes organiques du réseau de voies ferrées traversents les ensembles cristalins des quartiers avoisinants comme un réseau fluvial artificial” (1). Una città formata da tre nazioni che tuttavia stenta a divenire realmente cosmopolita. Un territorio frammentato in una miriade di siti ad alta valenza o potenzialità, dove la trasformazione degli spazi urbani può portare ad un’evoluzione positiva del sistema di relazioni sociali.

Uno di questi siti, chiuso tra una linea ferroviaria dismessa, un canale che marca il confine con la Germania e la storica siedlung di Schorenmatten, prevalentemente occupato da uffici della Ciba Geigy costruiti negli anni settanta, è inserito nel programma del concorso internazionale Europan 4.

E’ richiesto il mantenimento della struttura degli uffici (in cemento armato ancora in perfette condizioni), per la riconversione del fabbricato ad uso abitativo e la progettazione di nuovi alloggi per il completamento dell’area. Le volumetrie e le modalità di intervento sono rigidamente definite dal programma del concorso.

Il progetto propone di partire dalla riappropriazione degli spazi urbani di “confine” per arrivare alla creazione di una nuova centralità: un luogo dalla forte identità in grado di esercitare un effetto gravitazionale sull’area circostante per ricostituire un tessuto di relazioni sociali di cui si avverte la mancanza.

Il processo proposto è dinamico, nel tempo e nello spazio: l’edificio della Ciba Geigy viene svuotato e, mentre il piano terra viene immediatamente trasformato in piccoli servizi commerciali, sociali e di ristorazione per il quartiere, i piani superiori sono attrezzati con la sola predisposizione impiantistica e moduli finiti invarianti relativi ad altrettanti alloggi. Alloggi che non vengono immediatamente occupati, ma gradualmente completati secondo le specifiche esigenze (e attraverso il diretto coinvolgimento) delle persone che li abitano. L’edificio esistente prende quindi gradualmente una propria ed irripetibile identità, fatta dai tratti personali che gli abitanti gli sanno trasferire.

I nuovi edifici concorrono alla ricucitura tra gli spazi che circondano l’area ed il nuovo “centro di gravità”. Per questo la linearità delle “stecche” di alloggi a schiera fa da contrappunto ad una disposizione radiale che crea spazi non seriali e dalle forti relazioni visive, frutto di trasparenze mediate che convergono verso la nuova piazza urbana costituita dall’attacco a terra del rinnovato edificio della Ciba Geigy.

(1) J. Herzog e P. de Meuron “Bâle, une ville en devenir”. In l’architecture d’aujourd’hui. N. 300 – settembre 1995

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