Recupero di un casale antico – Spoleto (PG) – Approfondimenti

Il casale è disposto su due livelli: piano terra e piano primo. La pianta, alquanto articolata, rivela uno sviluppo dell’edificio per aggiunte successive, deducibile soprattutto dalla giustapposizione di maschi murari senza legature (diatoni) lungo il piano verticale di contatto.

Anche se le trasformazioni distributive e le riparazioni locali occorse nel tempo, hanno ripetutamente modificato i tratti distintivi dell’edificio, dall’analisi della planimetria e dell’apparato murario si può dedurre che il casale fosse originariamente composto da due corpi di fabbrica separati, dei quali, probabilmente, il più antico a monte. In un secondo tempo, i due corpi sarebbero stati uniti da un solaio di raccordo, che oggi attraversa la zona di ingresso, e dalla relativa porzione di copertura. Infine, sarebbe stato innestato il terzo corpo, ad un solo piano e con tetto a falda, sul versante Nord Ovest.

A causa dei gravi danni strutturali prodotti da vari eventi sismici, tra cui quello devastante del 1996, il recupero del casale ha richiesto un intervento di riparazione e miglioramento sismico.

La muratura dell’edificio è prevalentemente mista, in ciottoli e pietrame legati con malta di calce e sabbia, con paramento esterno di pietra (scaglia) arenaria o calcarea grossolanamente sbozzata e riempimento interno in ciottoli, scaglie di pietra e malta.

La struttura della copertura è in travi e travetti di rovere, con pianelle di recupero in cotto e manto in coppi antichi.

Gli infissi esterni, ove possibile costituiti da materiali di recupero, sono in legno.

Il progetto aggiorna l’assetto distributivo interno del primo piano, trasforma i magazzini agricoli del piano terra in spazi abitativi e porta il casale in classe energetica “A”, grazie ad un rigoroso contenimento delle dispersioni termiche e all’adozione di sistemi impiantistici a fonti rinnovabili, come il solare termico ed il fotovoltaico, con circuiti integrati e complementari alle forniture provenienti dalla rete pubblica. E’ previsto inoltre il recupero delle acque pluviali attraverso un apposito serbatoio interrato di accumulo ed un sistema di fitodepurazione per lo smaltimento delle acque reflue.